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L'età media della popolazione è passata da 45.7 dall'inizio del 2020 a 46.4 dal inizio del 2023.
La fascia di popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni scende a 37.339.000 (63.4%) mentre i ragazzi fino all'età di 14 anni sono 7.334.000 (12.5%) della popolazione totale, le persone con più di 65 anni sono 14.177.000 (24,1%) (quasi un quarto) della popolazione totale.
Negli ultimi 20 anni la quota di popolazione nelle aree interne è passata dal 23.9 al 22.7 del complessivo dei residenti in Italia ed è aumentato il rapporto tra anziani e popolazione giovane.
Comuni sotto i 5mila abitanti
Numero totale dei comuni italiani
Della superfice territoriale Nazionale di cui il 16% della popolazione nazionale
tasso di prevalenza
dell’infertilita’ di coppia
a livello globale (Report OMS
2023)
Riduzione del numero di
spermatozoi per millilitro
a livello globale dal 1973 al 2018
(Levine et al. 2022)
Tasso di perdita di spermatozoi
per anno dal 2000
al 2018, doppio rispetto al
periodo 1973-2000
Un declino in accelerazione…
(Levine
et al. 2022)
Popolazione Italiana
in calo di 7mila unità
rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille
abitanti).
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La
denatalità, lo spopolamento delle aree interne, unitamente alle problematiche
ambientali e al crescente aumento dell’infertilità di coppia, sono nell’insieme
temi che stanno avendo un impatto significativo sull'Italia e che pongono un
serio interrogativo per la futura struttura sociale, economica e sanitaria già
nel breve-medio termine del nostro paese e che devono essere affrontate con uno
sforzo congiunto da parte del governo, delle istituzioni e della società.
Cause
culturali, socio-economiche (globali e nazionali) già di per sé incidono in
maniera evidente sulla denatalità,
inoltre, a migliori opportunità di studio e lavoro offerte dalle grandi città per
i giovani delle aree interne che spostandosi favoriscono lo spopolamento delle
zone rurali periferiche, con implicazioni sull'economia locale e sulla
sostenibilità delle comunità, vi è l’aspetto, spesso trascurato dal dibattito
politico, legato alla salute riproduttiva sempre più in crisi per fattori
ambientali e stili di vita.
L’infertilità
di coppia secondo l’ultimo rapporto dell’OMS a livello globale ha una
prevalenza del 17.5%; una percentuale già alta, ma anche sottostimata
considerando che diversi paesi molto popolosi come India e Bangladesh, ma anche
alcuni stati africani non hanno fornito dati e che comunque questi ultimi fanno
riferimento all’infertilità femminile, meno a quella di coppia ed ancor meno a
quella maschile che è in forte e progressivo declino anche nei paesi una volta
ritenuti ad alta fecondità, ponendo nella comunità scientifica forte
preoccupazione in relazione alla stessa sopravvivenza della specie umana.
Pertanto, come i fattori socio-economici e culturali influenzano molto l’età
del primo concepimento andando oltre la migliore età biologica per la
riproduzione (18-35 anni), il crescente inquinamento ambientale insieme ai
cattivi stili di vita ulteriormente accelerano l’invecchiamento dei gameti
rendendo non solo sempre più difficile la stessa procreazione, ma anche
favorendo la maggiore suscettibilità a patologie cronico-degenerative le
generazioni future con riduzione dell’aspettativa di vita sana, peggioramento
degli indici di salute complessiva della popolazione e un divario sociale
sempre più crescente.
Tale tendenza alla decrescita
ed alla denatalità, già da tempo riscontrabile nella maggior parte del mondo
occidentale ma anche in quelle emergenti, colpisce tuttavia con estrema gravità
il nostro Paese, i cui tassi sono fra i più bassi al mondo (1,20), molto al di
sotto della soglia limite (2.1) del ricambio della popolazione.
Un fenomeno che secondo l’ultimo rapporto ISTAT
2024 è particolarmente sentito nei
piccoli comuni, nelle numerose aree marginali (le c.d. Aree interne), lontane
dalla costa e dai grandi centri, che si aggiunge al grave problema dello
spopolamento. In Italia, infatti, ci sono
5.529 comuni sotto i 5mila abitanti, che rappresentano il 70% del numero totale
dei comuni italiani.
Si tratta di realtà che ospitano il 16,5% della
popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell'intera superficie italiana,
secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. Da qui l'idea di lanciare un forte
grido di allarme sul tema, partendo proprio dai piccoli Borghi, luoghi non più
marginali ma che devono diventare centrali nel lanciare un modello di
ri-Nascita che possa abbracciare vari aspetti tra loro connessi.
È da questi
luoghi che si può e si deve ripartire perche’ più vicini ad un modello di
socialità e umanizzazione, dove stili di vita più sani, ambiente più salubre
possono rappresentare nell’insieme le nuove direttrici per investimenti adeguati
al contesto (che tengano cioè conto di ogni tipicità locale in termini
antropici, culturali, economici, ambientali, etc.) e coordinati con interventi
volti a promuovere imprenditorialità locale.
In tale cornice, valorizzare filiere
produttive locali, quelle relative al settore agroalimentare (essenziale,
peraltro, anche per le sue ricadute sulla gestione del territorio, delle sue
risorse e dei biosistemi), investire in servizi innovativi alla persona, incentivare
il turismo rurale e sostenibile, spingere su politiche di tutela ambientale investendo
in energie rinnovabili e sviluppare infrastrutture digitali, potrà rappresentare
la base per la costruzione di un ecosistema in equilibrio tra uomo e natura,
fatto di infrastrutture che garantiscono mobilità che favorisce la produzione e
la cooperazione fra imprese e queste con
la società civile e con la Pubblica Ammministrazione.
Un’azione
“glocal” di sistema che attivi politiche di salvaguardia dell’ambiente
naturale, socio-culturale, economico.
Tutto ciò,
per avere un orizzonte di prospettiva, non può prescindere da un forte e deciso
impegno educativo e formativo da parte del Governo ed in particolare del
Ministero dell’Istruzione presso le scuole di ogni ordine e grado sui temi della
tutela ambientale, così come sulla conoscenza dei rischi espositivi a insulti
novici fisici e chimici, sulla consapevolezza alimentare, stili di vita, al
fine formare generazioni consapevoli non solo della propria salute complessiva,
ma anche della propria funzione sociale per la crescita e l’avanzamento
complessivo nel territorio di pratiche e azioni volte alla sostenibilità che,
nell’insieme, permettono di ridurre le diseguaglianze territoriali e migliorare
la qualità della vita nelle aree interne. Creare così una cultura di cittadinanza
attiva che educhi a buone pratiche e conoscenza i cittadini per rafforzare il
rapporto con il territorio (bisogno di identità territoriale, ricerca del
“genius loci”, buone pratiche agricole, buone pratiche di sostenibilità
ambientale, esperienze territoriali di associazionismo) con il risultato di
renderlo funzionante sotto ogni aspetto, pronto ad accogliere e/o favorire la
creazione di nuclei familiari che possano raccogliere le sfide del presente e
del futuro.
Le aree
interne italiane, specie del sud, possiedono una ricchezza legata
essenzialmente alla terra, alle sue risorse, ed ai prodotti dell’ingegno e
della tradizione dell’uomo. Quel che occorre, come sopra riferito, è la
creazione di ecosistemi funzionanti, basati sul concetto di glocal, che senza
l’esasperazione per le dinamiche di import-export producano il meglio che
queste terre possono offrire, soddisfacendo i bisogni della popolazione
autoctona, e poi eventualmente proiettino sui mercati esterni (nazionali,
europei e globali) gli stessi prodotti.
Allo stesso modo, però, il focus non
deve essere soltanto incentrato su produzione e offerta, ma anche
sull’implementazione di un modello che contenga in sé i semi di un nuovo stile
di vita, che restituisca dignità al concetto di società e provveda alla sua
diffusione non solo nei territori più remoti, ma ovunque per poter diffondere
una nuova cultura del vivere e stare insieme in equilibrio con la nostra madre
terra e poter rapidamente frenare l’inverno demografico alimentato dall’insieme
delle componenti sociali, economiche e sanitarie.
Per
questa seconda edizione ritorniamo a Zungoli in Provincia di Avellino un comune simbolo che ha già ottenuto diversi riconoscimenti
(borgo bandiera arancione del Touring club, borgo tra i più belli d'Italia) sia
in relazione alla tutela delle bellezze architettoniche e paesaggistiche sia
per la valorizzazione degli aspetti immateriali e che sta mettendo in campo
politiche volte ad arginare il fenomeno dello spopolamento e della stessa
denatalità tipico delle aree interne.
Diversi tavoli tematici saranno affrontati nelle giornate di ottobre 2024 (date in via di definizione), durante il Mese della Prevenzione. L'evento vedrà la partecipazione di numerosi attori del panorama medico, scientifico, politico, culturale, sociale e imprenditoriale, che si confronteranno sui temi in discussione.
L’evento è organizzato
da EcoFoodFertilty
Associazione di Promozione Sociale a Scopo Scientifico in collaborazione con la Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) e il
Comune di Zungoli (AV).